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Giovedì Santo, l'Istituzione dell'Eucaristia e la Buona Novella della Risurezzione e la Vita Eterna


Cenacolo Vinciano

Giovedì Santo


Mentre ci apprestiamo a trascorrere Pasqua e Pasquetta seduti a tavola con i nostri cari, vorrei dedicare qualche minuto a commemorare la nostra Civiltà della Tavola. Spesso, infatti, presi dai limiti della vita moderna dimentichiamo che questa civiltà è fondamentalmente una civiltà cristiana. Oggi in particolare, l'umanità celebra la tavola più importante della sua storia, il Cenacolo, la tavola dell'Ultima Cena. Dico umanità e non solo il mondo cristiano perché il dono della Buona Novella è un dono per tutti gli esseri umani. Oggi l’umanità celebra Giovedì Santo, Maundy Thursday in inglese, dalla parola latina ‘mandatum’, ossia commando. Proprio oggi infatti, 1990 anni fa, Cristo, nostro Redentore, istituì il sacramento dell'eucaristia e diede ai suoi apostoli il compito di diffondere e difendere la Sua Buona Novella. Da allora la Chiesa, contrariamente alla propaganda nichilista del revisionismo iper-materialista contemporaneo, sotto il vessillo della Croce, si impose come arbitro tra il volere dei sovrani e le esigenze dei popoli, divenendo così il vascello che permise all'umanità di evolversi e traghettare verso quelle società emancipate che oggi conosciamo come democrazia avanzate. Basta soffermarsi un attimo sulle tesi postmoderne secondo le quali non esiste nessun legame tra l'emergenza dei diritti umani nelle società avanzate ed il fatto che questo fenomeno sia esclusivo al cristianesimo, per rendersi contro della loro falsità. Al contrario, dovrebbe essere ben chiaro a tutti noi, che questi irrazionali tentativi di screditare la Chiesa nel ruolo centrale che svolse a favore dell'evoluzione umana negli ultimi 2000 anni tradisce in realtà, un celato desiderio di promuovere arcaiche e barbariche dittature pre-cristiane. Tutt’ora vediamo che la dove viene a mancare la mediazione della Chiesa, non vi sono limiti agli orrori dei quali gli stati si rendono capaci. Che sia Stalin, Mao od Hitler, non vi è limiti alle barbarie dello stato quando viene a mancare la mediazione della Chiesa. Oggi, questo progresso evolutivo verso l'emancipazione individuale, che è il motore fondamentale della vita, e di cui la Chiesa si è fatta artefice, è nuovamente in gravissimo pericolo.


Ascolta l'approfondimento sul canale YouTube, 10 Minuti di Filosofia con Carmelo Pistorìo


Nel 1930 il grande economista inglese Maynard Keynes riuscì a prevedere con grande precisione Il PIL globale della popolazione umana a cent'anni di distanza, ed in quell'occasione dichiaro che per la prima volta nella storia della nostra specie, l'uomo avrebbe potuto superare il suo più grande problema, il problema economico, ossia il problema di come mantenersi da vivere. Oggi più che mai, siamo alle soglie di un’epoca in cui l'uomo può liberamente superare i vincoli delle necessità fisiche. Questa emancipazione però mette in grave pericolo lo stile di vita di coloro che dipendono dal dualismo materiale, in primis i monopoli globali delle grandi multinazionali ed i guadagni di quelle famiglie che le controllano. Nel 1942, prima dello sbarco in Normandia e prima ancora dello sbarco in Sicilia, lo straordinario economista austriaco Joseph Schumpeter fece delle previsioni singolari. Constatò correttamente che il nazismo ed il fascismo avrebbero perso la guerra, ma constatò pure che anche il comunismo sarebbe eventualmente fallito perché incapace di competere con l'efficienza del capitalismo nel creare beni e servizi, nel generare ricchezza. Disse allora che il capitalismo avrebbe creato una tale concentrazione di ricchezza e di potere da eliminare al lungo andare i liberi mercati, l'impresa privata, l'imprenditoria e l'innovazione. Secondo Schumpeter il successo del capitalismo avrebbe portato a dei monopoli globali che avrebbero a loro volta imposto sistemi sociali identici a quelli del socialismo, ma questa volta facendo riferimento a corporazioni e non più a partiti politici. Di fatto questo sistema è la realtà geopolitica odierna, dove la quasi totalità di tutti i mezzi di produzione e distribuzione di ricchezza, nonché le nostre fonti di informazione, le nostre istituzioni ed i nostri governi sono controllati da corporazioni multinazionali, ed è questo un sistema che io definisco corporativismo. Schumpeter però non poté immaginare come questo sistema potesse degradare nelle violenze che abbiamo assistito recentemente, soprattutto nei decenni dopo la caduta del muro di Berlino, dove, venuta a mancare la sfida sovietica, le oligarchie globali non si impongono più l'autotutela dettata da minacce di rivolte popolari. Bertrand Russell, la più grande eminenza nel mondo della filosofia del ventesimo secolo, nel 1952 si rivelò molto più scettico nei riguardi di questi nuovi poteri. Nel suo libro, The Impact of Science on Society spiegò che i nostri governi avrebbero usato mezzi di comunicazione, strumenti psicologici, iniezioni ed ingiunzioni per rendere le popolazioni completamente asservite. In questa visione una rivolta popolare della plebe, disse, diverrebbe tanto inconcepibile come una rivolta di pecore contro la pratica di mangiare l'abbacchio. Il popolo, reso schiavo, sarebbe divenuto tanto represso da assumere sembianze fisiche così diverse dai loro padroni da sembrare una specie diversa, similmente alle civiltà precristiane, come ad esempio quella Azteca. Infine, voglio anche ricordare che nel ‘48 il grande George Orwell nel suo 1984 che oggigiorno è frainteso dai nostri politici non più come un romanzo distopico bensì come un manuale di istruzioni, intuisce che in queste nostre società moderne la guerra non avrebbe più lo scopo di essere vinta bensì quello di essere perpetua, ossia uno strumento per mantenere uno stato di emergenza permanente.


Dunque, alla luce dell'immenso potenziale di cui godiamo oggi, e consapevoli che il male si può sconfiggere facilmente semplicemente rimanendo umani, la mia piccola preghiera per tutti noi è di conservare la nostra umanità, e di fare ciò esercitando il libero arbitrio, la facoltà della ragione e la compassione verso il prossimo. Il Magnificat, l’inno mariano tra i più antichi e più belli, mi ha a lungo eluso in suo verso, “grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome, ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore.’ Non capivo il significato di questa frase ‘pensieri del loro cuore’ finché recentemente scoprì che in assenza di chirurgia e conoscenza di sistemi elettrici, i greci pensavano fosse il cuore l'organo responsabile nel creare il pensiero. Ed effettivamente i nostri pensieri si affannano man mano che il cuore accelera, così come si calmano quando riusciamo a calmare il nostro cuore. Uniamo dunque, in questo periodo di rinascita che è la Pasqua, la mente ed il cuore. Usiamo questo periodo di riflessione e di speranza per porci sane e necessarie domande sulle azioni dei nostri politici, dei nostri dirigenti, delle nostre istituzioni, e dei nostri governi.


Buona Pasqua a tutti.


Copyright © Carmelo Pistorio 2023




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