"Dio è morto. Dio rimane morto. E noi l'abbiamo ucciso. Come possiamo consolarci, assassini di tutti gli assassini? Ciò che era più sacro e più potente di tutto ciò che il mondo ha mai posseduto è morto dissanguato sotto i nostri coltelli: chi ci cancellerà questo sangue? Che acqua c'è per pulirci? Quali feste di espiazione, quali giochi sacri dovremo inventare? La grandezza di questo atto non è forse troppo grande per noi? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi semplicemente per apparirne degni?" Friederich Nietzsche, Così parlò Zarathustra (1885)
Quando Nietzsche, creatore dell'idea della ‘volontà di potenza’ dell'individuo umano, annunciò l'assassinio di Dio, la sua intenzione era che ci concentrassimo sul nostro potenziale umano. L'aspirazione di Nietzsche era che l'umanità si sollevasse da questo omicidio potenziata, come gli dei dell'Olimpo si erano ribellati a Crono e fuggirono dal suo ventre, così sperava che l'umanità avrebbe raggiunto il suo pieno potenziale. Il grande filosofo tedesco ha persino creato una sua teologia unica per aiutarci a concentrarci sul raggiungimento di questo potenziale. Concepì la Teoria dell'Eterno Ritorno, un universo in cui la vita di ognuno di noi si ripete per l'eternità senza inizio e senza fine. Quando ogni momento della nostra vita è inciso indelebilmente per l'eternità e destinato ad essere ripetuto per sempre esattamente come è accaduto, le nostre azioni assumono un senso di urgenza e gravità che richiede tutta la nostra attenzione. Questo era l'obiettivo del pensatore tedesco. Naturalmente, la storia gli ha dato torto completamente. Ahimè, il destino degli olimpici, consumati da dispute banali ed interessi meschini, avrebbe dovuto predire ciò che sarebbe accaduto agli esseri umani. Senza scopo divino, l'umanità si è abbandonata all'impermanenza del mondo materiale. E poiché tutto nel mondo fisico è transitorio e costantemente fugace, come possiamo raggiungere il nostro vero potenziale quando ci concentriamo sui nostri desideri ed i nostri sempre mutevoli impulsi. Da quando l’uomo cominciò a distogliere lo sguardo da Dio, rivolse il proprio sguardo verso se stesso, verso il proprio corpo, interiorizzando il mondo. Siamo diventati nevrotici, ossessionati da stimoli fisici ed impulsi immediati. Siamo regrediti allo stadio anale dello sviluppo psicologico di un bambino, come descritto da Freud. Ma il dramma di uno sviluppo psicologico arrestato, non si ferma al ridicolo di una società colma di esseri umani scontenti ed insoddisfatti, ossessionati dalla propria sessualità. La follia di consacrare i nostri desideri come qualcosa di assoluto, degni della nostra completa attenzione, sta portando a un diffuso dolore devastante. Ai bambini viene insegnato che gli uomini possono rimanere incinti e le donne hanno falli. La disforia di genere, e la sua redditizia industria farmaceutica, viene cinicamente spinta nelle nostre scuole dove bambini psicologicamente vulnerabili sono istigati a sottoporsi ad orribili castrazioni chimiche, amputazioni e mutilazioni. Senza Dio le nostre società sono degenerate verso un nichilismo morboso che promuove crudeli barbarie neolitiche, precristiane e preelleniche. Le nostre società sono piene di crudeltà mai viste in Occidente da quando Alessandro diffuse le virtù aristoteliche del ethos, logos e pathos (verità, ragione e compassione) nel mondo conosciuto.
Gli orrori a cui stiamo assistendo oggi dovrebbero farci capire chiaramente che l'uomo non è pronto a indossare i panni del nostro Creatore. Fortunatamente, non dobbiamo temere che Dio sia morto perché Max Planck, il padre della fisica quantistica, l'uomo che ha scoperto il quanta, lo ha resuscitato. Per chiunque di voi dubiti ancora che il nostro Signore cammini tra noi, potete, come San Tommaso, mettere il dito nella piaga ed ascoltare le parole del grande fisico.
"Considero la coscienza fondamentale. Considero la materia come derivata dalla coscienza. Non possiamo andare oltre la coscienza. Tutto ciò di cui parliamo, tutto ciò che consideriamo esistente, postula la coscienza. Max Planck, intervista di JWN Sullivan, The Observer (25 gennaio 1931)
Nessuno studioso serio di scienze naturali oggi può ignorare l'evidenza di una sfera superiore dell'esistenza, che permea e precede il nostro mondo fisico. Il premio Nobel per la fisica quest'anno è stato assegnato a una squadra di 3 fisici che hanno dimostrato in modo sorprendente l'inesistenza della realtà locale. Se tu ed io dovessimo incontrarci di persona, diciamo davanti a una bottiglia di vino, in quanto persone istruite, sapremmo entrambi che la bottiglia di fronte a noi è solamente una proiezione delle nostre menti, e tuttavia concorderemmo nell'interagire con lo stesso vino. Le nostre percezioni del vino possono differire e ognuno di noi preserverebbe la sua distinta percezione sensoriale ed individualità, ma le nostre menti interagirebbero per produrre lo stesso oggetto, la stessa bottiglia di vino. Se l'oggetto che entrambi stiamo percependo non è presente nella sua realtà locale ma nella proiezione della nostra mente, ne consegue necessariamente che le nostre menti individuali sono connesse, o con ogni probabilità, le nostre menti sono l'espressione individuale di una singola mente, ciò che i greci chiamavano Apeiron, o ciò che Marco Aurelio chiama l’Energia Creativa dell’Universo. Né questa scoperta dovrebbe sorprenderci. Al fin dei conti, è solo in tempi molto recenti che siamo scioccamente caduti all'idea che non ci sia nulla al di là del mondo materiale percepito dai nostri sensi. Poeti, artisti, architetti, musicisti e scienziati, nel corso dei millenni dell'evoluzione umana non hanno mai cessato di rendersi conto della presenza di un essere superiore. Nella tradizione cristiana, con pochissime eccezioni, tutto ciò che i nostri antenati hanno costruito è sempre stato prodotto pensando alla liturgia, e lo stesso vale per ogni altra civiltà. Nella storia della nostra specie l'ispirazione divina ha sempre posto le basi di tutti i nostri sforzi.
Allora perché così tante persone oggigiorno non osano contemplare l'esistenza di un Dio che si è reso così chiaramente visibile e comprensibile, oggi più che mai? Parte del problema è che dopo un'intera generazione che si rifiuta di prestare attenzione a un'autorità superiore, ci siamo sminuiti dentro i nostri confini materiali e ora siamo troppo egoisti e miopi per immaginare che un uomo come Cristo possa mai essere esistito. Non riusciamo a vedere il nostro potenziale e preferiamo ignorare la nostra storia. Ma c'è naturalmente un'altra ragione per la nostra cieca apatia. In un mondo senza Dio, non dobbiamo temere di essere giudicati.
La mia preghiera per noi è che possiamo superare la paura della nostra condizione mortale di peccatori e smettere di privarci del nostro vero potenziale umano. Non soccombere alla paura. Non lasciarti intrappolare dagli impulsi corporei e dalla nevrosi egocentrica dell’atomizzata propaganda nichilista post-moderna. Siamo tutti parte di qualcosa di ben più grande di noi stessi. Indipendentemente dall'inesistenza della ‘realtà locale’, la percezione del tuo corpo è assolutamente reale. Il tuo corpo è lì, è un vascello per navigare questo mondo. Esiste, ed è davvero estremamente importante. Abbine cura, amalo per il meraviglioso tempio che è, ma non diventarne schiavo. Governa il tuo corpo come un capitano governa la sua nave. Tieni il timone sulla rota che riempie di significato la tua vita. Guarda ciò che trascende la "realtà locale". Un capitano non è solo preoccupato per le onde che si abbattono sulla prua. Comanda la nave e la tiene ferma verso la sua meta. Il destino della nave non è limitato dalle assi del suo scafo. Il suo destino si rivela nel suo viaggio. Proiettati oltre il corpo. Volgi lo sguardo verso l'esterno, come hanno sempre fatto gli esseri umani nel corso dei secoli. Abbraccia la tua storia, la tua comunità e le meraviglie della natura. Cerca la conoscenza e tutto ciò che è vero, bello e buono. Finché cercate la Grazia del nostro Signore pentendovi dei vostri peccati, perdonando coloro che vi hanno fatto del male e praticando l'amore sincero, non avete nulla da temere. Pentitevi dei vostri peccati, perdonate i vostri fratelli e amate disinteressatamente; così facendo sicuramente raggiungerete l'immenso potenziale che ognuno di noi ha ricevuto in dono in quanto esseri umani, creature fatte nell’immagine di Dio.
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